In Italia, la piorrea o malattia parodontale colpisce il 50% della popolazione sopra ai 35 anni e ben il 70% della popolazione sopra ai 65 anni. Diversamente da altre malattie, non fa nessuna distinzione di genere e colpisce sia uomini che donne.

Cos’è la piorrea o malattia parodontale?

La piorrea, anche nota come malattia parodontale, è un’infiammazione cronica e degenerativa. Colpisce l’insieme di tessuti di sostegno del dente: gengiva, legamento parodontale e osso.

Quando l’infiammazione gengivale diventa molto grave oppure si prolunga nel tempo, l’effetto finale è il completo rilassamento dei tessuti di sostegno con conseguente perdita dei denti. In questi casi l’unica soluzione per tornare ad avere un sorriso bello e sano è ricorrere a tecniche di ricostruzione ed estetica dentale. Le avanzate tecnologie di cui disponiamo nel nostro studio odontoiatrico riescono a garantire un ottimo risultato finale, ma perché non diagnosticare e curare la malattia parodontale in tempo? Come ci insegnano le nonne di ogni tempo “prevenire è meglio che curare”.

I primi segnali di allarme: infiammazione e sanguinamento gengivale

I primi segni di malattia parodontale che compaiono nella nostra bocca sono le gengive infiammate, il sanguinamento, l’alito cattivo e la mobilità.
Il sanguinamento è causato soprattutto dall’infiammazione gengivale. È un disturbo molto diffuso che si manifesta soprattutto nel momento in cui ci si lava i denti e si strofinano le setole dello spazzolino sulle gengive. Nella maggior parte dei casi è risolvibile con alcune accortezze nell’igiene orale quotidiana; in altri, è il campanello d’allarme di problematiche più importanti.
Come per il sanguinamento, anche l’alito cattivo diventa sintomo di disturbi cronici se frequente e persistente.
Nella sintomatologia classica rientra anche la mobilità dei denti che si concretizza con l’instabilità. Il dente, anziché essere ben ancorati e all’osso e stabile, risulta appunto mobile.
La causa di questi spiacevoli fenomeni è sempre una: la placca batterica.

Il primo passo: la diagnosi parodontale

La piorrea si diagnostica mediante il sondaggio parodontale, una manovra semplice e scarsamente invasiva che misura la perdita d’attacco delle gengive attorno ai denti.
La diagnosi è efficace solo se fatta in maniera tempestiva e corretta.
Insieme al sondaggio parodontale infatti devono essere raccolti i dati dell’anamnesi e devono essere fatti gli esami obiettivi, gli esami radiologici e gli esami di laboratorio. Solo l’insieme di queste analisi permette di valutare lo stato di salute del cavo orale del paziente.

Cartella parodontale: utile per gli specialisti e per il paziente

I risultati di tutte le indagini effettuate vengono racchiusi nella cartella parodontale, un importante mezzo di diagnosi e di controllo dello stato di avanzamento della malattia parodontale.
Viene compilata attraverso il rilevamento di indici della bocca del paziente durante la prima visita e aggiornate nelle successive visite di controllo.

Grazie alla cartella parodontale il monitoraggio della malattia è più semplice e comprensibile sia per noi che per il paziente. La cartella viene infatti condivisa grazie alla proiezione sui maxi schermi della nostra stanza operativa.
In questo modo il paziente visiona con i suoi occhi le zone più critiche e può direzionare su di loro gli interventi di igiene orale domiciliare.

Mai dimenticare che la cura dei denti si fa principalmente nella propria casa!

La cartella parodontale permette inoltre di valutare esattamente l’avanzamento della malattia nel corso degli appuntamenti di controllo, tenendo sotto stretto monitoraggio degenerazioni e progressi.

Se soffri di questi disturbi, non procrastinare!
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